martedì 29 luglio 2014

Rosandra

Il Rosandra imbarca un carico di cotone a Wilmington (New Hanover County Public Library)

Piroscafo da carico da 8034 tsl, 5039 tsn e 9950 tpl, lungo 141,5 metri, largo 17,5 m, pescaggio 7,95-9,9 m, velocità 12 nodi. Dotato di celle frigorifere di capacità 400 tonnellate. Nominativo internazionale ICFD, matricola 415 al Compartimento Marittimo di Trieste.

Breve e parziale cronologia.

27 dicembre 1927
Impostato nell’Austria Werft di Trieste (numero di cantiere 37) per la compagnia austroungarica Navigazione Libera Triestina, di Trieste.
5 maggio 1921
Varato nel cantiere San Rocco dello Stabilimento Tecnico Triestino (nome assunto dall’Austria Werft dopo il passaggio di Trieste all’Italia) per
25 giugno 1921
Completato per la Navigazione Libera Triestina (compagnia ora italiana) insieme ai gemelli Monte Grappa, Duchessa d’Aosta, Piave e Timavo. Stazza originaria 7756 tsl. Oltre al carico, la nave – la seconda, per dimensioni, della flotta NLT – può trasportare 50 passeggeri in prima classe e dieci in seconda. Verrà lungamente impiegato sulla linea tra l’Italia ed il Sudafrica.
1923-1925
A seguito della crisi della NLT, il Rosandra ed i suoi gemelli vengono noleggiati al Lloyd Triestino, e successivamente dati in gestione a tale compagnia.
Ottobre 1926
Il Rosandra, in navigazione con un carico di chicchi di soia, s’incaglia al largo di Porto Said. L’incaglio provoca consistenti allagamenti in sala macchine e caldaie e nelle stive, il che fa espandere i chicchi di soia, rischiando di far “esplodere” i ponti. Dopo una laboriosa opera di pompaggio e prosciugamento dell’acqua che ha invaso la sala macchine, e di scarico della soia, la nave potrà essere disincagliata.
Agosto 1927
Il Rosandra, al comando del capitano Guido Priachich (a bordo per l’occasione vi è anche U. Ivancich, un dirigente della NLT, che annuncia alla stampa di Galveston le intenzioni della NLT sull’apertura della nuova linea) inaugura un servizio mensile di trasporto merci e passeggeri tra Italia, Francia, Spagna, le Canarie, L’Avana (Cuba), il Messico ed i porti statunitensi del Golfo del Messico, quali Galveston e New Orleans.

Il Rosandra incagliato (da www.wrecksite.eu)
 
27 novembre 1927
Il Rosandra, perquisito a Galveston (dov’è giunto dall’Italia via Boston, diretto a Houston) da funzionari doganali statunitensi durante il proibizionismo, subisce la confisca di 7 bottiglie di cognac, 13 di whisky e 235 di vino.
1930-1933
Gli interni del Rosandra vengono decorati, per il servizio passeggeri Italia-Sudafrica, dall’artista Anselmo Bucci.
1935
Il Rosandra è impiegato dalla NLT sulla linea che va dall’Italia (partenza da Trieste) al Pacifico settentrionale.
27 settembre 1935
Salpa da Messina con 450 specialisti delle forze armate diretti nelle colonie italiane dell’Africa Orientale, nell’imminenza dello scoppio della guerra d’Etiopia.
1937
La NLT, con tutta la sua flotta, viene assorbita dal Lloyd Triestino: il Rosandra passa quindi al nuovo armatore.

La nave con la livrea del Lloyd Triestino (g.c. Mauro Millefiorini via www.naviearmatori.net)
 
10 giugno 1940
All’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, il Rosandra, insieme ad altri due mercantili italiani, si trova nel porto francese di Port-de-Bouc: essendo la Francia nemica dell’Italia, il piroscafo viene subito confiscato dalle autorità francesi e dato in gestione alla compagnia francese Société Générale de Transport Maritime à Vapeur.
15 luglio 1940
A seguito della resa della Francia alle forze dell’Asse, il Rosandra viene restituito all’Italia.
Non sarà mai requisito, né iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato, ma egualmente sarà a lungo impiegato sulle rotte dei convogli da e per l’Albania.
28 gennaio 1941
Lascia Durazzo scarico insieme ai piroscafi Luana e Scarpanto, pure vuoti, e rientra a Bari con la scorta della torpediniera Giacomo Medici.
6 febbraio 1941
Parte alle 2.45 da Durazzo insieme alle motonavi Città di Tripoli e Città di Bastia, scariche come pure il Rosandra stesso, e con la scorta della torpediniera Calatafimi. Il convoglio arriva a Bari alle 15.40.
24 febbraio 1941
Salpa da Durazzo alle 9 e raggiunge Bari alle 23.30, in convoglio con i piroscafi Zena e Sagitta, anch’essi scarichi, e con la scorta della torpediniera Medici.
5 luglio 1941
Trasporta personale militare da Brindisi e Durazzo, scortato dalla torpediniera Francesco Stocco.
6 luglio 1941
Lascia Durazzo diretta a Bari insieme alle motonavi Puccini e Città di Marsala ed al piroscafo Milano, convoglio (scortato dalla Stocco e dall’incrociatore ausiliario Barletta) che trasporta complessivamente 3400 militari rimpatrianti, 1406 operai militarizzati e 70 quadrupedi.
9 luglio 1941
Trasporta personale e materiale militare da Brindisi a Durazzo, scortato dalla Medici.
10 luglio 1941
Trasporta, insieme alla motonave Città di Marsala ed ai piroscafi Aventino e Milano (la scorta è costituita dalla Medici e dall’incrociatore ausiliario Zara), 3580 militari e 1400 operai militarizzati che rimpatriano da Durazzo a Bari.
13 luglio 1941
Rosandra ed Aventino trasportano personale militare da Bari a Durazzo, scortati dalla Medici e dal Barletta.
14 luglio 1941
Rosandra ed Aventino, imbarcate truppe rimpatrianti, lasciano Durazzo alla volta di Brindisi e poi raggiungono Bari, scortati da Medici e Barletta.
16 luglio 1941
Rosandra, Italia, Puccini ed il piroscafo Quirinale trasportano personale militare da Brindisi a Durazzo, scortati da Stocco e Zara.
25 luglio 1941
Trasporta da Durazzo a Brindisi 1420 militari rimpatrianti, scortato dalla Medici e dall’incrociatore ausiliario Brindisi.
25 agosto 1941
Rosandra, Milano, Città di Marsala e Città di Alessandria (un’altra motonave) trasportano personale militare da Bari a Durazzo, scortate da Stocco e Barletta.
27 agosto 1941
Rosandra, Milano e Città di Alessandria rientrano da Durazzo a Bari scortate da Stocco e Brindisi, trasportando 3250 militari rimpatrianti.
4 settembre 1941
Lascia Bari e raggiunge Durazzo insieme alla motonave Città di Trapani ed al piroscafo Milano, scortati dall’incrociatore ausiliario Attilio Deffenu.
18 settembre 1941
Rosandra, Aventino ed il piroscafo Italia trasportano truppe e rifornimenti da Bari a Durazzo, scortati da Medici e Brindisi.
19 settembre 1941
Rosandra, Aventino ed Italia trasportano da Durazzo a Bari 2470 militari rimpatrianti.
21 settembre 1941
Trasporta da Bari a Durazzo, via Cattaro, truppe, veicoli e materiali del Regio Esercito insieme ad Italia ed Aventino, con la scorta del Brindisi e della torpediniera Angelo Bassini.
24 settembre 1941
Rosandra, Italia ed Aventino tornano da Durazzo a Bari con 3500 militari che rimpatriano, scortati da Brindisi e Bassini.
29 settembre 1941
Rosandra ed Italia trasportano da Durazzo a Bari 2600 militari che rimpatriano, con la scorta di Medici e Brindisi.
6 ottobre 1941
Trasporta personale militare da Bari a Durazzo, in convoglio con Italia e Milano e la scorta della Medici e dell’incrociatore ausiliario Arborea.
7 ottobre 1941
Rosandra, Italia e Milano trasportano da Durazzo a Bari la Divisione «Lupi di Toscana» che rimpatria, scortati ancora da Medici ed Arborea.
19 ottobre 1941
Rosandra, Italia, Milano ed Aventino trasportano da Bari a Durazzo personale della Regia Marina e della Regia Aeronautica, scortati da Medici e Zara.
21 ottobre 1941
Rosandra, Italia, Milano ed Aventino rientrano da Durazzo a Bari trasportando 4400 militari che rimpatriano insieme ad autoveicoli, rimorchi ed altri materiali, con la scorta di Medici e Zara.
23 ottobre 1941
Rosandra, Italia ed Aventino trasportano truppe e rifornimenti da Bari a Durazzo, scortati da Medici e Zara.
25 ottobre 1941
Rosandra, Italia, Milano ed Aventino trasportano 3400 militari rimpatrianti da Durazzo a Bari, scortati da Medici e Zara.
29 ottobre 1941
Rosandra, Italia, Aventino ed il piroscafo Galilea trasportano truppe e rifornimenti da Bari a Durazzo, con la scorta di Medici e Zara.
1° novembre 1941
Rosandra, Italia, Milano ed il grosso piroscafo Piemonte trasportano 5400 militari rimpatrianti da Durazzo a Bari, scortati da Medici e Zara.
18 novembre 1941
Rosandra, Aventino, Italia e Milano trasportano da Bari a Durazzo 2230 militari e materiale militare, scortati dalla torpediniera Solferino e dall’incrociatore ausiliario Arborea.
17 dicembre 1941
Rosandra, Italia, Aventino e la motonave Viminale trasportano 3000 militari rimpatrianti da Durazzo a Bari, scortati da Brindisi e Stocco.
19 dicembre 1941
Rosandra, Quirinale e la motonave Donizetti trasportano truppe e rifornimenti da Bari a Durazzo, con la scorta di Brindisi e Stocco.
21 dicembre 1941
Rosandra e Quirinale tornano da Durazzo a Bari con militari che rimpatriano.
30 dicembre 1941
Lascia Bari e raggiunge Durazzo con truppe e materiali, insieme ad Italia e Quirinale, scortati dalla Stocco.

1942
Il Rosandra viene scelto per essere uno dei trasporti truppe per l’operazione «C. 3», la pianificata invasione di Malta, che tuttavia non verrà mai attuata.
2 gennaio 1942
Trasporta truppe rimpatrianti da Durazzo a Bari, insieme ad Italia e Quirinale e scortati da Stocco e Zara.
4 gennaio 1942
Rosandra, Italia e Quirinale trasportano truppe e materiali da Bari a Durazzo, scortati da Zara e Stocco.
7 gennaio 1942
Rosandra, Aventino e Quirinale trasportano truppe rimpatrianti da Durazo a Bari, scortati dalla Bassini e dall’incrociatore ausiliario Brioni.
23 febbraio 1942
Trasporta truppe alpine da Bari a Spalato.
16 marzo 1942
Trasporta da Durazzo a Bari truppe rimpatrianti, insieme a Donizetti, Quirinale ed al piroscafo Città di Catania, con la scorta dell’Arborea, dello Zara e del cacciatorpediniere Augusto Riboty.
11 maggio 1942
Trasporta truppe e rifornimenti da Bari a Durazzo insieme all’Italia, con la scorta della Stocco, dell’incrociatore ausiliario Lorenzo Marcello e della torpediniera Generale Antonino Cascino.
16 maggio 1942
Rosandra ed Italia trasportano da Durazzo a Bari truppe rimpatrianti, scortati da Stocco, Marcello e Cascino.
27 maggio 1942
Rosandra ed Italia trasportano truppe rimpatrianti da Durazzo a Bari, scortati da Medici ed Arborea.
30 maggio 1942
Trasporta truppe e materiali da Bari a Durazzo, insieme all’Italia ed al piroscafo da carico Chisone, con la scorta della Medici, del Brioni e della Cascino.
8 giugno 1942
Rosandra ed Aventino trasportano truppe e rifornimenti da Bari a Durazzo, scortati da Medici, Cascino e Brioni.
19 agosto 1942
Trasporta truppe e rifornimenti da Bari a Durazzo, scortato da Stocco ed Arborea.
26 agosto 1942
Lascia Antivari e raggiunge Bari scortato da Stocco ed Arborea.
3 settembre 1942
Lascia Bari e raggiunge Durazzo scortato da Arborea e Stocco.
10 settembre 1942
Trasporta truppe rimpatrianti da Durazzo a Bari, con la scorta di Arborea e Stocco.
13 settembre 1942
Trasporta truppe e rifornimenti da Bari a Durazzo, insieme a Chisone e Quirinale e scortato da Stocco, Zara, dal cacciatorpediniere Premuda e dalla torpediniera Antonio Mosto.
10 ottobre 1942
Trasporta truppe e materiali da Bari a Durazzo, insieme al Quirinale, scortato dalla Stocco, dal Riboty e dall’incrociatore ausiliario Città di Genova.
21 novembre 1942
Trasporta truppe e rifornimenti, unitamente al Quirinale, da Bari a Durazzo, con la scorta della Stocco, dell’incrociatore ausiliario Olbia e del cacciatorpediniere Sebenico.
1° dicembre 1942
Trasporta truppe e materiali da Durazzo a Bari, insieme al Quirinale e con la scorta di Olbia e Stocco.
11 gennaio 1943
Trasporta da Durazzo a Bari truppe che rimpatriano, scortato dalla Bassini e dal Città di Genova.
14 febbraio 1943
Alle 11.51 il Rosandra, in navigazione (con rotta 118°) scortato dalla torpediniera Rosolino Pilo e da due aerei (che procedono a proravia del convoglio), viene avvistato in posizione 39°06' N e 20°29' E, a quattro miglia di distanza, dal sommergibile britannico Trooper (al comando del tenente di vascello R. P. Webb), che alle 12.10 lancia sei siluri da 3930 metri. Il Rosandra avvista le scie di due dei siluri, e riesce così ad evitare le armi (alcune delle quali esplodono in costa), mentre dalle 12.20 alle 12.42 la Pilo bombarda infruttuosamente il Trooper con 33 bombe di profondità.
Tarda primavera 1943
Trasporta a Trieste parte della prima ondata di profughi provenienti da Zara.
 
La nave con i colori della Navigazione Libera Triestina (g.c. Cesare Balzi via www.scubaportal.it)

L’affondamento

Alle cinque del mattino del 14 giugno 1943 il Rosandra (comandante militare tenente di vascello Onofrio Palomba), con un carico di 400 tonnellate di provviste e rifornimenti militari, salpò da Prevesa alla volta di Valona. Dopo essere uscito dal canale di Prevesa, alle sei il piroscafo (giunto all’altezza della boa foranea), scortato dal piccolo incrociatore ausiliario Rovigno (TV Basso), iniziò a procedere lungo le rotte che rasentavano la costa. A bordo, oltre ai 70 uomini dell’equipaggio civile ed ai 17 di quello militare, c’erano 86 militari di passaggio e 6 passeggeri civili: 179 uomini in tutto. I mezzi di salvataggio in dotazione alla nave erano di molto superiori al necessario: quattro scialuppe capaci in tutto di 191 uomini, una lancetta di servizio dove avrebbero potuto trovare posto una decina di persone, cinque zatteroni e ben 186 zatterini. Al momento della partenza, tanto l’equipaggio quanto le truppe di passaggio avevano indossato il giubbotto salvagente come da disposizioni del comandante; l’ordine, a quanti non erano membri dell’equipaggio impegnati nelle proprie mansioni, era di restare in coperta a portata di voce.
Alle 16.10 il sommergibile britannico Tactician (al comando del capitano di corvetta Anthony Foster Collett), mentre si trovava a 15 miglia per 155° da Capo Linguetta, avvistò il Rosandra in navigazione con rotta verso nord, vicino alla costa, e – senza essersi accorto della presenza del Rovigno – si avvicinò per attaccare.
Alle 16.41 il piroscafo stava procedendo con rotta 305°, a circa 0,7 miglia dalla costa albanese, mentre il Rovigno (che zigzagava a 14,2 nodi da 500 a 2000 metri di distanza dal mercantile) era al termine della corsa di zigzagamento verso il largo, quando il Tactician gli lanciò due coppiole di siluri da una distanza di 2000 metri. Una delle due coppiole scoppiò in costa, ma le altre due armi colpirono il Rosandra sul lato sinistro, a centro nave, in corrispondenza della sala macchine, immobilizzandolo nel punto 40°10’ N e 19°29’ E (per fonti britanniche 40°14’ N, 19°28’ E), otto miglia ad ovest di Porto Palermo.
Il Rovigno portò la velocità al massimo ed accostò per 20° a dritta, dov’era probabile che si trovasse il sommergibile (che infatti, avendo ora visto apparire la nave scorta, dovette immergersi in profondità subito dopo il lancio), avvistando poco dopo un siluro che – completamente fuori dall’acqua – gli stava passando una cinquantina di metri a proravia tagliandogli la rotta da destra a sinistra, e la scia di un altro sulla dritta, molto vicina. Mettendo tutta la barra a dritta il Rovigno evitò quest’ultimo siluro, poi, individuata la remora prodotta dal sommergibile che si allontanava, la raggiunse e lanciò 16 bombe di profondità, le prime due, insieme, regolate per 50 metri, e le altre alternate a 50 e 75 metri. Quattro delle cariche esplosero molto vicine al battello britannico, ma alla fine il Tactician eluse tuttavia la caccia senza riportare danni.
(Secondo un’altra versione, il Tactician avrebbe lanciato quattro siluri, osservato il risultato e poi lanciato un ultimo siluro per finire il mercantile, che gli sembrava arenato, ma dal giornale di bordo questo non risulta).
Alle 17.15 il Rovigno, cessata la caccia, si avvicinò al Rosandra, che era stato abbandonato dall’equipaggio. Mentre contattava Marina Valona per chiedere di mandare unità per cercare di rimorchiare in porto la nave danneggiata, il Rovigno calò due imbarcazioni per recuperare gli uomini che si erano gettati in mare e si trovavano in acqua isolati, mentre esso stesso ripescò alcuni dei naufraghi isolati in mare e prese a bordo tutti quelli che si trovavano sulle zattere e sulle imbarcazioni del Rosandra. In tutto il Rovigno recuperò 173 uomini, due dei quali erano feriti. Infine, alle 19.30, quando, dopo aver accuratamente perlustrato le acque circostanti, il comandante Basso poté essere certo che non vi fossero altri uomini in mare, pose fine alle operazioni di salvataggio. Sul Rosandra, nel difficile tentativo di salvare la nave che già appariva agonizzante (tanto che già in una comunicazione delle 21 se ne prediceva il probabile affondamento), rimasero i comandanti militare e civile, il direttore di macchina, due ufficiali e due marinai.
Mezz’ora più tardi sopraggiunsero il rimorchiatore Monfalcone ed il motopeschereccio-dragamine ausiliario R 85 Recoaro, inviati da Marina Valona. Il Rovigno ordinò al Monfalcone di prendere a bordo il Rosandra, ordine che fu prontamente e celermente eseguito, poi trasbordò i naufraghi (86 militari e 90 civili) sul Recoaro, che raggiunse poi Saseno, dove furono sbarcati in serata. Più tardi sopraggiunse anche un secondo rimorchiatore, il San Benigno, che prese anch’esso a rimorchio il Rosandra; alle 21 il Rovigno riprese la scorta al piroscafo, trainato dai due rimorchiatori verso Valona. L’incrociatore ausiliario lanciò quattro bombe di profondità per dissuadere eventuali sommergibili dall’attaccare.
Alle 22.05 arrivò da Valona anche il minuscolo incrociatore ausiliario Pola, gemello del Rovigno, cui quest’ultimo diede ordine di zigzagare a poppa del mercantile.
Tutti gli sforzi per salvare il Rosandra furono vani: alle 00.35 del 15 giugno il piroscafo, dopo essere fortemente sbandato, s’inabissò nel punto 40°18’,8 N e 19°22’,3 E, al largo di Punta Palermo (Albania), non lontano dalla Valle dell’Orso. Al Rovigno ed alle altre unità non rimase che rientrare a Valona.
Le vittime del Rosandra furono sei: cinque fuochisti e carbonai, uccisi dall’esplosione dei siluri che colpirono la sala macchine, ed un passeggero militare, il carabiniere Agostino Vezza, che si stava recando ad Este in licenza. I loro corpi non furono mai ritrovati.
I 171 sopravvissuti salvati incolumi furono rimpatriati via Durazzo il 18 giugno 1943, mentre i due feriti rimasero ricoverati all’ospedale territoriale di Valona.


Morirono sul Rosandra:

Antonio Antonella, 57 anni, fuochista, da Trieste (Marina Mercantile)

Gaetano Capriati, 26 anni, carbonaio, da Bari (Marina Mercantile)

Domenico De Candia, 50 anni, fuochista, da Molfetta (Marina Mercantile)

Michele De Musso, 31 anni, carbonaio, da Molfetta (Marina Mercantile)

Santo Rinzivillo, 32 anni, carbonaio, da Pozzallo (Marina Mercantile)

Agostino Vezza, 24 anni, carabiniere del Distretto di Padova (5° Battaglione Carabinieri)


Il carpentiere Giovanni Ballarin, veneziano, classe 1896, imbarcato sul Rosandra e sopravvissuto all’affondamento (g.c. Maurizio Moro). In tempo di pace era stato imbarcato su Marin Sanudo (1930-1935), Birmania (1935-1938), Aussa (1938), Isarco (1938-1939) e Rialto (1939-1941); sbarcato dalla Rialto per fine contratto due mesi prima che fosse affondata, passò nel 1941-1942 sulla Gino Allegri, al cui affondamento con perdita quasi totale dell’equipaggio scampò perché si trovava a casa in licenza. Dopo l’affondamento del Rosandra, sul quale era stato imbarcato nel 1942-1943, fu brevemente imbarcato a fine 1943 sulla motonave Leopardi e riprese poi a navigare dopo la guerra su Gradisca (1945-1946), Portorose (1947-1948), Sistiana (1949), Francesco Morosini (1951), Serenissima (1951-1953), Andrea Gritti (1953-1954) e Spuma (1956).


L'attacco al Rosandra nel giornale di bordo del Tactician (da Uboat.net):

"1610 hours - Tactician was in position 15 nautical miles bearing 155 Cape Linguetta, a northbound merchant vessel of 7600 tons was sighted close inshore.
1641 hours - Four torpedoes were fired when range was closed to 2200 yards. Although no escort was seen during the setup of the attack there was one that closed Tactician and forced her deep shortly after firing the torpedoes.
Before the last torpedo exploded a depth charge was dropped that was very close. Within 10 minutes 16 more depth charges were dropped with three of them even closer then the first one. No real damage was done and the escort lost contact soon after."

Alcuni documenti dell’USMM sulla perdita del Rosandra (si ringrazia Cesare Balzi):





Il relitto del Rosandra è stato ritrovato nel giugno 2010 – la notizia è stata data il 14 giugno, nel 67° anniversario dell’affondamento – da un gruppo di archeologi albanesi e statunitensi (una squadra internazionale che comprendeva membri dell'American Institute of Nautical Archaeology e dell'Istituto di Archeologia albanese) guidati da Auron Tare, davanti al promontorio antistante la Baia dell’Orso, al largo della penisola di Karaburun (90 miglia a sudovest di Tirana), durante un’ispezione dei fondali marini dell’Albania iniziata nel 2006. Il relitto, rilevato al sonar a 400 metri dalla riva, appariva adagiato sul lato sinistro ed aveva dimensioni compatibili con quelle del Rosandra, oltre a presentare sul lato dritto due visibili squarci, causati dalle esplosioni dei siluri che l’avevano affondato. La squadra scopritrice non ha tuttavia calato il ROV sul relitto per accertarne l’identità in maniera sicura, per motivi di sicurezza del ROV stesso ed altre priorità.
Il relitto del Rosandra, che giace nella baia dell’Orso, ad una profondità compresa tra i 43 e gli 80 metri, è stato esplorato per la prima volta nel luglio 2010 da un gruppo di subacquei italiani ed albanesi guidati da Cesare Balzi, per identificarlo in maniera certa e definitiva.
La prua della nave, intatta, si trova a 43 metri di profondità, la poppa, seriamente danneggiata, ad 83 metri; il relitto è coricato sul lato sinistro, con i ponti a perpendicolo rispetto al fondale, gru, argani ed i colossali e caratteristici alberi a traliccio ancora al loro posto.
 
Il relitto del Rosandra (da www.albaniamarinecenter.org)

Il Rosandra su Lemairesoft

1 commento:

  1. Il 21 novembre 1942 mio padre, con un gruppo di Carabinieri e altri militari, s'imbarcò sul Rosandra e arrivò a Durazzo il giorno successivo. In quel particolare momento storico truppe italiane vennero inviate nei Balcani dove si combatteva una guerra coloniale che poi coinvolse tutto il mondo. 600 mila militari italiani dopo l'otto settembre vennero fatti prigionieri dai tedeschi e deportati nei campi di concentramento e di sterminio.

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