venerdì 7 ottobre 2016

H 6

L’H 6 a Taranto (g.c. Giuseppe Garufi)

Sommergibile costiero della classe H (dislocamento di 360 tonnellate in superficie e 474 in immersione). Combatté in entrambe le guerre mondiali: nella prima effettuò dieci missioni offensive/esplorative nel Basso Adriatico, mentre nella seconda eseguì 38 missioni esplorative/offensive, 27 addestrative per la Scuola Idrofonisti di La Spezia e 7 di trasferimento, per complessive 7411 miglia di navigazione.

Breve e parziale cronologia.

24 novembre 1916
Impostazione nei cantieri della Electic Boat Company/Canadian Vickers di Montreal (numero di costruzione 13).
23 aprile 1917
Varo nei cantieri della Electic Boat Company/Canadian Vickers di Montreal.
8 luglio 1917
Entrata in servizio.
Dopo le prove in mare, svolte a Montreal, e la fase di addestramento, svolta ad Halifax, l’H 6 lascia Halifax diretto in Italia al comando del tenente di vascello Giuliano Diaz, per attraversare l’Atlantico unitamente ai gemelli H 7 e H 8. Si tratta del terzo ed ultimo gruppo di trasferimento.
Durante la traversata i tre battelli, accompagnati da navi mercantili fino a Gibilterra (e poi da navi militari fino in Italia), fanno uno scalo tecnico alle Bermuda.
6 ottobre 1917
Il gruppo dell’H 6 incorre in una tragica disavventura nello stretto di Gibilterra: il panfilo armato statunitense Nahma, in servizio di pattuglia, scambia i sommergibili italiani per U-Boote e cannoneggia l’H 6, provocando seri danni alla torretta.
Rimangono uccisi il comandante in seconda, tenente di vascello Alessandro Pasino, il capo meccanico di prima classe Gennaro Spina, il capo timoniere di seconda classe Agrippino Picciafuoco ed il fuochista scelto Giovanni De Rosa; altri uomini (due o forse cinque) rimangono feriti.
Fine ottobre 1917
Arriva a Cagliari. Le riparazioni dei danni causati dal Nahma saranno svolte nell’Arsenale di La Spezia.
Gennaio 1918
L’H 6 ha base a Taranto, formando la II Squadriglia Sommergili H insieme ai gemelli H 5, H 7 e H 8.
5 febbraio 1918
Dislocato a Brindisi insieme all’H 8, dopo aver terminato l’addestramento, ed inquadrato nella II Squadriglia Sommergibili H, con compiti esplorativi ed offensivi nel Basso Adriatico.
18 marzo 1918
Nuovamente trasferito a Taranto.
Febbraio 1918
Trasferito a Brindisi.
2 ottobre 1918
L’H 6, insieme a vari altri sommergibili italiani (H 3), francesi (Amaranthe, Volta, Franklin e Faraday) e britannici (E1 e E12), viene inviato nelle acque tra Durazzo e Cattaro per supportare l’attacco contro Durazzo da parte di una nutrita squadra interalleata a guida italiana (ammiraglio Osvaldo Paladini). La squadra è composta dalla corazzata Dante Alighieri, dagli incrociatori corazzati San Giorgio, San Marco e Pisa, dagli incrociatori leggeri britannici Weymouth, Dartmouth, Lowestoft, Glasgow e Gloucester, dagli esploratori italiani Nibbio, Marsala, Aquila, Sparviero, Cesare Rossarol, Carlo Alberto Racchia, Guglielmo Pepe ed Alessandro Poerio, da 18 cacciatorpediniere (gli italiani Simone Schiaffino ed Ippolito Nievo, i britannici Ruby, Camaleon, Nymphe, Nereide, Acheron, Gosshawk, Tigress, Jackal, Fury, Badger, Shark, Tribune, Acorn e Lapwing, gli australiani Swan e Warrego), da otto torpediniere italiane, da quattro MAS italiani e da 12 cacciasommergibili statunitensi.
Mentre parte della formazione (tra cui la Dante Alighieri) si tiene più verso il largo per fornire copertura alle altre navi, i tre incrociatori corazzati e gli incrociatori leggeri bombardano le batterie costiere, le concentrazioni di truppe austroungariche, le installazioni portuali di Durazzo ed il poco naviglio nemico presente; i MAS attaccano anch’essi le navi avversarie. Il piroscafo austroungarico Stambul viene affondato, altri due piroscafi danneggiati, e le tre navi da guerra austroungariche (torpediniera TB 87 e cacciatorpediniere Scharfschütze e Dinara) presenti nella base sono costrette alla fuga, due di esse danneggiate. Il cacciasommergibili statunitense No. 129 danneggia seriamente il sommergibile austroungarico U 29 con bombe di profondità, mentre l’U 31 silura e danneggia gravemente l’incrociatore britannico Weymouth. Le batterie costiere austroungariche vengono progressivamente distrutte o comunque messe fuori uso.
L’attacco termina all’1.30 del 3 ottobre; nei giorni seguenti le truppe austroungariche abbandonano Durazzo, che sarà completamente evacuata il 10 ottobre e verrà occupata dalle truppe italiane il 16 ottobre.
1° novembre 1918
L’H 6 risulta dislocato a Brindisi, insieme alle unità gemelle.
1918-1930
Terminata la guerra, l’H 6 rimane dislocato a Brindisi, partecipando a numerose crociere addestrative.
1920
Viene installato a bordo un cannone da 76/30 mm Armstrong 1914.
1931
Trasferito a Taranto, aggregato alla Flottiglia Scuola Comando.
1935
Assegnato alla Flottiglia di La Spezia.
22 settembre-1° ottobre 1936
È comandante dell’H 6, per pochissimo tempo, il capitano di fregata Gaetano Catalano Gonzaga.
Negli stessi anni è per qualche tempo comandante dell’H 6 anche il tenente di vascello Giuliano Prini.
1936
È imbarcato sull’H 6 il marinaio palombaro Mario Marino, futuro autore, con altri, dell’Impresa di Alessandria e Medaglia d’Oro al Valor Militare: sull’H 6, Marino frequenta il 1° Corso Sommozzatori e compie le prime uscite sperimentali da sommergibile immerso, esperienza che tornerà assai utile in futuro. Sempre sull’H 6, nel medesimo periodo, è imbarcato un altro futuro protagonista dell’impresa di Alessandria: il sottocapo palombaro Emilio Bianchi.
Anni ’30
Il cannone da 76/30 mm viene rimpiazzato da una mitragliera contraerea.
10 giugno 1940
L’Italia entra nella seconda guerra mondiale. L’H 6 (tenente di vascello Ugo Giudice), insieme alle residue unità della classe H (H 1, H 2, H 4 e H 8), forma la XVII Squadriglia Sommergibili del I Grupsom di La Spezia.
Lo stesso 10 giugno, l’H 6 si trova già in mare, in agguato nel Golfo di Genova insieme ai gemelli H 1, H 4 e H 8.
All’inizio del conflitto opera al largo delle coste francesi, effettuando ascolto idrofonico e missioni di ricerca e caccia di sommergibili nemici.
Fino al settembre 1943 opererà nelle acque della Liguria e della Francia.
Novembre 1940
E' comandante dell'H 6 il sottotenente di vascello di complemento Paolo Cossi.
28 febbraio 1941
Inviato al largo di La Spezia per una missione difensiva.
1° marzo 1941
Rientra alla base.
Settembre 1941
Inviato in pattugliamento difensivo in Mar Ligure durante l’operazione britannica «Halberd», consistente nell’invio di un convoglio a Malta (cisterna militare Breconshire e navi da carico Ajax, City of Lincoln, City of Calcutta, Clan MacDonald, Clan Ferguson, Rowallan Castle, Imperial Star e Dunedin Star con un carico complessivo di 81.000 tonnellate di rifornimenti), ma che i comandi italiani, non conoscendo il vero obiettivo dei britannici, temono invece essere un attacco alle coste italiane.
8 marzo 1942
Effettua una missione esplorativa/offensiva nel Golfo di Genova insieme al sommergibile Antonio Bajamonti, a seguito dell’uscita da Gibilterra della Forza H britannica, ma rientra a La Spezia senza aver avvistato navi nemiche.
Primavera 1943
Partecipa ad esercitazioni con varie unità nelle acque di La Spezia.
7 settembre 1943
Nel pomeriggio, a seguito dell’avvistamento della forza navale statunitense diretta a Salerno per effettuarvi lo sbarco, l’H 6 riceve ordine di trasferirsi da La Spezia a Ajaccio, in Corsica, e da lì a Bonifacio. Insieme ad esso vengono trasferiti in Corsica anche i gemelli H 1, H 2 e H 4 ed il sommergibile ex jugoslavo Francesco Rismondo. Per altra fonte tale trasferimento è disposto da Supermarina in vista dell’imminente annuncio dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, per spostare questi sommergibili da La Spezia e sottrarli così alla cattura da parte dei tedeschi che certamente occuperanno la base ligure.
L’H 6 lascia La Spezia alle 16.10.
 

L’H 6 e la nuova corvetta Cicogna in esercitazione al largo di La Spezia nella primavera del 1943 (dal Dizionario Biografico Uomini della Marina 1861-1946)
Bonifacio

Quando venne proclamato l’armistizio, l’8 settembre 1943, l’H 6 (al comando del tenente di vascello Renzo Fossati) era da poco giunto a Bonifacio, sede di uno dei tre Comandi Marina italiani della Corsica (lo reggeva il capitano di fregata Marc’Aurelio Raggio). Insieme all’H 6, si trovavano in quel momento a Bonifacio il sommergibile Francesco Rismondo, la cisterna militare Garigliano e sei piccole navi sussidiarie. Tra Bonifacio e la vicina Portovecchio il presidio della Regia Marina contava circa 600-700 uomini, più il personale del Regio Esercito.
Il generale Giovanni Magli, comandante delle truppe italiane in Corsica, aveva dato ordine di non prendere contro i tedeschi iniziative che potessero dar loro pretesto per azioni aggressive (non era ancora chiaro come si dovesse considerare lo status delle truppe tedesche rispetto a quelle italiane, dopo l’improvviso capovolgimento di fronte), ma di reagire decisamente contro qualsiasi attacco.
Il 10 settembre, unità antisommergibili tedesche presenti nel porto di Bonifacio impedirono all’H 6 ed al Rismondo di partire, e batterie contraeree tedesche situate nei pressi della città aprirono il fuoco contro aerei italiani di passaggio, abbattendone due. Il comandante della base, capitano di fregata Raggio, si venne a trovare in conflitto con i tedeschi, che pretendevano di occupare le batterie costiere.
Lo stesso 10 settembre il generale Magli, dato che le truppe tedesche avevano assunto un atteggiamento aggressivo e commettevano continue provocazioni, decise di abbandonare l’atteggiamento attendista per muovere all’attacco dei tedeschi, e cacciarli dalla Corsica: i combattimenti iniziarono il 12 settembre. Durante gli scontri svoltisi a Bonifacio, sia l’H 6 che il Rismondo, insieme ai dragamine ausiliari (ex motopescherecci) B 73 Alba e B 120 Dina, furono catturati dai tedeschi il 14 settembre; il giorno precedente era stata catturata anche la Garigliano, che fu inviata a Genova tre giorni dopo con equipaggio tedesco. Fu il motodragamine tedesco R 200 a catturare i due sommergibili.
Non vi furono vittime tra l’equipaggio dell’H 6, anche se non si sono trovate notizie precise sulla sorte del suo equipaggio (probabilmente lasciato libero ma disarmato, come il resto del personale della Regia Marina stanziato a Bonifacio).
A seguito di trattative con il Comando tedesco, i militari del Comando Marina di Bonifacio rimasero liberi ma dovettero concentrare le loro armi nei depositi, pur senza doverle consegnare ai tedeschi, tranne gli ufficiali, ai quali fu lasciata la pistola. Bonifacio rimase sotto sostanziale controllo tedesco per alcuni giorni, mentre nel resto dell’isola le truppe italiane, in cooperazione con i partigiani corsi e con truppe della Francia libera sbarcate poco dopo, combattevano per cacciare le forze tedesche dalla Corsica. Il 18 settembre 1943, prima di abbandonare la città per ritirarsi verso nord, i tedeschi, non potendo rimorchiare i due sommergibili altra località, decisero di distruggerli. L’H 6 ed il Rismondo furono portati a Cala Catena, al largo di Bonifacio, e qui i tedeschi li affondarono con cariche esplosive (ciò secondo il diario della Divisione Operazioni dello Stato Maggiore della Kriegsmarine; per altra fonte furono affondati a cannonate): prima l’H 6, alle nove del mattino del 18 settembre, e poi il Rismondo, tre ore più tardi.
Il relitto dell’H 6 giace oggi un chilometro a ponente del fanale della Madonnetta del Porto di Bonifacio, ad una profondità di una trentina di metri (per altra fonte, a soli dodici metri di profondità).
 

L’H 6 a Venezia negli anni Trenta (g.c. Giorgio Parodi via www.naviearmatori.net

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