giovedì 1 dicembre 2016

Utilitas

La nave fotografata sotto il precedente nome di Ansaldo III nel luglio 1918, con colorazione mimetica, durante la prima guerra mondiale (g.c. STORIA militare)

Piroscafo cisterna di 5342 tsl, 3026 tsn e 7900 tpl, lungo 119 metri, largo 15,75 e pescante 7,3, con velocità di crociera (alle prove di macchina) di 11,5 nodi. Appartenente alla Società Anonima Industria ed Armamento (con sede a Genova), iscritto con matricola 845 al Compartimento Marittimo di Genova. Nominativo di chiamata IBQB.
Faceva parte di un gruppo di piroscafi costruiti in serie dall’Ansaldo, e battezzati ciascuno col nominativo “Ansaldo” ed un numero ordinale progressivo.

Breve e parziale cronologia.

1917
Varato nel cantiere Gio. Ansaldo & Co. di Sestri Ponente come Ansaldo III (numero di cantiere 224).
1918
Completato come piroscafo da carico Ansaldo III per la Società Nazionale di Navigazione (avente sede a Genova), una controllata dell’Ansaldo.
Requisito per conto del Governo italiano ed armato con due cannoni di piccolo calibro, uno a prua ed uno a poppa.

Il varo dell’Ansaldo III (Fondazione Ansaldo).

4-5 luglio 1918
L’Ansaldo III salpa da Genova facendo parte di un convoglio diretto verso ovest, di cui è capoconvoglio, avendo a bordo un contrammiraglio della Regia Marina. Il convoglio è scortato da unità sottili italiane, britanniche e statunitensi.
Intorno a mezzanotte, il convoglio di cui fa parte l’Ansaldo III s’incrocia con un altro avente rotta opposta (i due convogli sono denominati GA-G36 e GA-G37) nel Mar Ligure, al largo della Corsica nordoccidentale: per problemi di coordinazione od errori di manovra, l’incontro tra i due convogli si traduce in un “frontale” tra navi, con esiti disastrosi. Il piroscafo italiano Napoli viene speronato ed affondato dal piroscafo britannico Lamington, con una vittima, mentre l’Ansaldo III viene speronato dal piroscafo svedese Otto Sverdrup e due ulteriori piroscafi entrano in collisione tra di loro. L’Otto Sverdrup, seriamente danneggiato, viene rimorchiato ad Oneglia dalla cannoniera statunitense Castine, mentre il contrammiraglio capoconvoglio deve trasferirsi dall’Ansaldo III al piroscafo statunitense Plymouth, che seguiva l’Ansaldo III nella fila.
20 agosto 1918
Alle sette del mattino, mentre è in navigazione nell’Atlantico (da Genova a Philadelphia, via Gibilterra) in posizione 38°57’ N e 70°48’ O (ormai non lontano dalla costa degli Stati Uniti), l’Ansaldo III avvista a quattro miglia di distanza, a 2° al traverso a sinistra, un U-Boot tedesco: si tratta dell’U 117 (capitano di corvetta Otto Dröscher). Quest’ultimo tenta di tagliare la rotta all’Ansaldo III, ma il piroscafo apre il fuoco con le sue artiglierie, impedendogli con tiro accurato tale manovra; allora l’U 117 si avvicina alla nave italiana e si porta al suo traverso, riducendo la distanza a due miglia e mezzo, poi apre il fuoco a sua volta, dando inizio ad un duello d’artiglieria. Il combattimento si protrae per quasi tre ore; vengono sparati 200 colpi da ambo le parti, poi l’Ansaldo III, esaurite le munizioni, si allontana alla massima velocità possibile, forzando le macchine, riuscendo a seminare il sommergibile tedesco. L’Ansaldo III non è uscito indenne dallo scontro; diversi colpi sparati dall’U 117 sono andati a segno, danneggiando la zona poppiera della nave italiana, mettendo fuori uso il cannone di poppa (centrato da un singolo proiettile) e ferendo tre membri dell’equipaggio, uno dei quali in modo grave.
Il piroscafo giunge nel Delaware il giorno seguente.
Gennaio 1919
L’Ansaldo III, salpato da Philadelphia (USA) per Genova il 7 gennaio (con un carico di piastre d’acciaio, olio lubrificante e macchinari, del valore di oltre mezzo milione di dollari), subisce una grave avaria agli apparati di governo, a seguito della quale rimane alla deriva per cinque giorni durante una violenta burrasca. Dopo aver chiesto aiuto via radio (il messaggio viene ricevuto ad Halifax), scatenando una ricerca protrattasi diversi giorni (l’Ansaldo III, infatti, non ha precisato la sua posizione nella richiesta di aiuto), l’Ansaldo III viene infine raggiunto, il 16 gennaio, da due piroscafi ed un incrociatore, circa 600 miglia ad est dei Delaware Capes. Uno dei piroscafi, il Calabria, prende l’Ansaldo III a rimorchio e per tutto il giorno lo avvicina alla costa statunitense, portandolo fino a 400 miglia ad est di Sandy Jook e 300 miglia a sudest della nave faro delle secche di Nantucket; poi, nella prima serata del 17, lascia i cavi (su richiesta dell’Ansaldo III) in quanto stanno per arrivare dei rimorchiatori di soccorso appositamente inviati. Il 18 gennaio giunge infatti sul posto il rimorchiatore d’altura Snohomish (capitano di vascello Gustav U. Stewart) della Marina statunitense, appositamente inviato da Newport, che prende a rimorchio la nave italiana; il maltempo rende però il rimorchio molto difficile, provocando più volte la rottura dei cavi. Al largo di Block Island, lo Snohomish deve lasciare l’Ansaldo III e rientrare in porto per rifornirsi di cavi; nel frattempo, altri rimorchiatori della Guardia Costiera statunitense raggiungono il piroscafo in difficoltà, ed uno di essi riesce a prenderlo a rimorchio ed a condurlo a New London, dove arriva il 25 gennaio.
Luglio 1919
Derequisito.
Successivamente trasformato in nave cisterna.
5 marzo 1920
L’Ansaldo III partecipa ai festeggiamenti per l’apertura, a Portofino, del primo asilo per orfani di marittimi.
1925
Ribattezzato Ansaldo Terzo, senza cambiare proprietario.
23 settembre 1925
L’Ansaldo Terzo s’incaglia presso Faraman; verrà disincagliato il 26 settembre.
1928
Acquistato dall’armatore genovese Pietro Ravano fu Marco, titolare della Società Anonima Industria ed Armamento, e ribattezzato Utilitas. Impiegato nell’importazione di petrolio sovietico dal Mar Nero.
26 luglio 1936-27 settembre 1937
L’Utilitas, requisita dalle autorità italiane, viene caricata di nafta e dislocata a Barcellona per quattordici mesi, con il compito di rifornire le unità della Regia Marina operanti da porti della Spagna durante la guerra civile spagnola.
Per altra fonte l’Utilitas è dislocata, con il medesimo incarico, a Tangeri, dal 6 ottobre 1936 al 20 febbraio 1937.
3 giugno 1940
Requisito a Tobruk dalla Regia Marina, senza essere iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.
4 settembre 1940
L’Utilitas parte da Bengasi per Tripoli alle 17.30, in convoglio con i piroscafi San Giovanni Battista, Prospero e Ravenna. Li scorta la torpediniera Giuseppe Sirtori.
7 settembre 1940
Il convoglio giunge a Tripoli alle 18.
12 ottobre 1940
L’Utilitas salpa da Tripoli alle 2.30, insieme ai piroscafi Tenace ed Amba Alagi, con la scorta della torpediniera Climene.
15 ottobre 1940
Il convoglio giunge a Bengasi alle 11.30.
1° febbraio 1941
L’Utilitas ed i piroscafi Multedo e Giovinezza salpano alle 17 da Bengasi, prossima alla caduta, diretti a Tripoli, con la scorta delle torpediniere Cigno (caposcorta) e Centauro.
3 febbraio 1941
Nella notte del 3, durante la navigazione nel Golfo della Sirte, il Multedo perde il contatto col resto del convoglio e scompare senza lasciare traccia, perduto per cause ignote.
4 febbraio 1941
Il convoglio arriva a Tripoli alle 13.
Sempre secondo la cronologia dell’USMM, ma ciò contraddice le notizie sul viaggio dell’1-4 febbraio, l’Utilitas parte da Bengasi alle 17, in convoglio con il piroscafo Silvia Tripcovich e la scorta dell’anziana torpediniera Giuseppe La Farina. Mentre esce dal porto, il convoglio viene avvistato dal sommergibile britannico Truant (capitano di corvetta Hugh Alfred Vernon Haggard), che osserva le navi giungere a 4600 metri di distanza e poi virare per imboccare la rotta costiera. Alle 17.30 il Truant inizia la manovra per d’attacco, ed alle 17.52 la distanza dal bersaglio è ridotta a 2300 metri. Alle 18, infine, al largo di Bengasi, il Truant lancia tre siluri contro il Silvia Tripcovich, ma 15 secondi dopo il lancio una delle armi esplode prematuramente, investendo il sommergibile, mettendone l’ASDIC fuori uso, rompendo una cinquantina di luci e bloccando i timoni di profondità prodieri del battello a 30 gradi a salire, tanto che il Truant rischia seriamente di affiorare i superficie prima che l’equipaggio riesca a riguadagnare il controllo dei timoni di profondità mediante l’uso del telemotore. Il bersaglio viene mancato (gli altri due siluri vengono sentiti scoppiare contro il fondo 11-12 minuti dopo il lancio) e le navi italiane non si accorgono neanche dell’attacco; il convoglio raggiunge Tripoli alle 15.30 dell’8 febbraio.
11 febbraio 1941
L’Utilitas parte da Tripoli alle 23.30 in convoglio con i piroscafi Bainsizza, Sabaudia e Motia e la scorta dell’incrociatore ausiliario Attilio Deffenu (capitano di fregata Angelo Coliolo) e dell’anziana torpediniera Giuseppe Missori per rientrare a Palermo e Napoli. 
DeffenuBainsizza e Sabaudia erano partiti già alle 8.30, ma sono tornati a Tripoli a seguito di due (infruttuosi) attacchi da parte del sommergibile britannico Truant.
15 febbraio 1941
Utilitas e Missori arrivano a Palermo alle 19, mentre il resto del convoglio prosegue per Napoli.
20 maggio 1941
L’Utilitas, insieme alla cisterna militare Urano ed al piroscafo Dielpi, salpa da Messina per Taranto, scortata dall’incrociatore ausiliario Attilio Deffenu.
Alle 18.35 il convoglio viene avvistato dal sommergibile britannico Upholder in posizione 37°57’ N e 15°40’ E, al largo di Capo dell’Armi, mentre procede a 9 nodi su rotta 140°.
Alle 18.44 l’Upholder lancia tre siluri da 6400 metri contro la cisterna di testa; le armi mancano di poco il Dielpi, che sta dirigendo verso Crotone (a seguito di ordine di dirottamento) scortato dal Deffenu. Poco dopo il Deffenu torna ad assumere la scorta delle due cisterne, che proseguono per Taranto (dalle 18.55 alle 19.15 vengono lanciate sei bombe di profondità, che però esplodono a circa un miglio dall’Upholder).
6 giugno 1941
L’Utilitas, insieme al piroscafo Urano ed alla pirocisterna Alberto Fassio, compie un viaggio da Taranto a Patrasso con la scorta dell’incrociatore ausiliario Olbia e della torpediniera Aretusa.
7 giugno 1941
L’Utilitas attraversa il Canale di Corinto diretta a Costanza (Romania, Mar Nero), dove dovrà caricare nafta rumena da portare in Italia.
Successivamente la nave prosegue per il Mar Nero in convoglio con altre cinque navi cisterna, scortate da due torpediniere italiane.
10 giugno 1941
Alle 9.40, a 4,8 miglia per 259° da Capo Hellas, il convoglio viene avvistato a 5 miglia per 280° dal sommergibile britannico Torbay (capitano di corvetta Anthony Cecil Capel Miers) mentre procede su rotta 080°. Quest’ultimo ha difficoltà a portarsi in posizione adatta al lancio, a causa delle manovre del convoglio; ma alle 10.43 (a 6,1 miglia per 251° da Capo Hellas) riesce infine a lanciare tre siluri contro l’Utilitas od il piroscafo romeno Alba Julia.
L’Utilitas viene colpita da un siluro, che tuttavia non esplode; la nave scampa così indenne all’attacco, eccetto che per una lieve ingobbatura dello scafo. La scorta contrattacca col lancio di numerose bombe di profondità dalle 10.49 alle 11.25.
11 settembre 1941
L’Utilitas ed un’altra nave cisterna, la Dora C., compiono un viaggio da Taranto a Patrasso con la scorta del cacciatorpediniere Quintino Sella.
29 settembre 1941
L’Utilitas lascia Patrasso e raggiunge Brindisi, scortata dalla torpediniera Angelo Bassini.
23 novembre 1941
L’Utilitas compie un viaggio, isolata e senza scorta, da Bari a Valona.
29 novembre 1941
L’Utilitas lascia Valona e raggiunge Brindisi, scortata dall’incrociatore ausiliario Arborea.
8 dicembre 1941
L’Utilitas ed un’altra pirocisterna, la Lucania, viaggiano da Valona a Bari con la scorta della torpediniera Rosolino Pilo.
13 dicembre 1941
L’Utilitas lascia Bari e raggiunge Valona, sola e senza scorta.
18 dicembre 1941
Viaggio da Valona a Bari, con la scorta dell’anziano cacciatorpediniere Augusto Riboty.
16 gennaio 1942
L’Utilitas salpa da Durazzo e raggiunge Bari dopo uno scalo a Valona, scortata dalla torpediniera Aretusa.
31 gennaio 1942
L’Utilitas lascia Bari e raggiunge Valona con la scorta della Pilo.
11 febbraio 1942
L’Utilitas salpa da Valona e raggiunge Bari, scortata dalla torpediniera Insidioso.
20 febbraio 1942
L’Utilitas ed il piroscafo Tripoli viaggiano da Brindisi a Valona, senza scorta.
25 febbraio 1942
L’Utilitas viaggia da Valona a Bari con la scorta della torpediniera Solferino.
 

L’Utilitas (g.c. Mauro Millefiorini via www.naviearmatori.net
L’affondamento

Nella notte tra il 4 ed il 5 febbraio 1943 l’Utilitas salpò da Taranto alla volta di Palermo, con un carico di 5000 tonnellate di nafta destinate alle forze navali di base in Sicilia (secondo alcune fonti, “l’intera riserva della squadra navale italiana in Sicilia”, od addirittura metà delle riserve totali di carburante della Regia Marina); la scortavano il cacciatorpediniere Augusto Riboty e le torpediniere Sagittario e Giuseppe Dezza.
Alle 4.45 del mattino del 5 febbraio, la pirocisterna e la sua scorta (la Sagittario a proravia dell’Utilitas, la Dezza a poppavia ed il Riboty al traverso a dritta) vennero avvistate dal sommergibile britannico Turbulent (capitano di fregata John Wallace Linton), in pattugliamento al largo di Capo Cefalù. Linton decise di immergersi ed avvicinarsi per attaccare; immersosi alle 6.14, valutò la stazza del bersaglio in 6000 tsl, sbagliando di poco, e identificò le unità della scorta come tre torpediniere delle classi Spica, Cosenz e Confienza (sbagliava solo in quest’ultima, che invece era il Riboty). Alle 6.49 il Turbulent lanciò quattro siluri da 4115 metri di distanza, in posizione 38°10’ N e 13°43’ E.
Intorno alle sette, a sette miglia da Capo Zafferano (all’estremità orientale del Golfo di Palermo), l’Utilitas venne colpita da due dei siluri, e colò a picco una quindicina di miglia ad est di Palermo.
La Sagittario, cui poi si unì la torpediniera di scorta Animoso, contrattaccò infruttuosamente tra le 7.29 e le 7.39, con il lancio di una trentina di bombe di profondità (il Turbulent scese prudenzialmente a 24 metri di profondità, ma nessuna delle bombe esplose particolarmente vicino).
Dei 26 uomini dell’equipaggio dell’Utilitas, due risultarono dispersi, mentre gli altri 24 poterono mettersi in salvo.


L’affondamento dell’Utilitas nel giornale di bordo del Truant (da Uboat.net):

“0445 hours - While on patrol off Cape Cefalu sighted a tanker approaching. It was escorted by at least two destroyers / torpedo boats. Cdr. Linton decided to get ahead and attack dived.
0614 hours - Dived. The tanker was thought to be of 6000 tons. Three torpedo boats were now seen, a Spica-class ahead, a Cosenz-class astern and a Confienza-class on the starboard beam.
0649 hours - In position 38°10'N, 13°43'E fired four torpedoes from 4500 yards. Two explosions were heard thought to be hits. HE of the target ceased and later breaking up noises were heard.
0727 hours - Started to return to periscope depth from 80 feet as the escort appeared to be well clear.
0729 hours - A pattern of 10 depth charges was dropped. Turbulent was not at periscope depth yet but retired to 80 feet again. In the next 10 minutes two more patterns were dropped, one of 7 and one of 12 depth charges. None were very close but they appeared to be heavier than usual.
0830 hours - Returned to periscope depth. Two of the escorts could still be seen but only just, they were going towards Palermo. Also some aircraft were patrolling in that direction.”
 
Un’altra immagine della nave sotto il nome di Ansaldo III (da www.naviearmatori.net, utente Commis)



Nessun commento:

Posta un commento