lunedì 13 febbraio 2017

Sturla

Lo Sturla (g.c. Mauro Millefiorini, via www.naviearmatori.net)

Piroscafo da carico di 1195,35 tsl e 723,08 tsn, lungo 69,6 metri, largo 10,1 e pescante 4,9. Appartenente all’armatore Ignazio Messina & C. di Genova, iscritto con matricola 1565 al Compartimento Marittimo di Genova, nominativo di chiamata IUOC.
 
Breve e parziale cronologia.
 
Gennaio 1884
Completato nei cantieri Alexander Hall & Sons Ltd. di Aberdeen (numero di cantiere 317) come britannico Highlands, per la compagnia Atkinson Brothers di Newcastle-upon-Tyne.
1910-1911
Acquistato dalla Dalman K. O. F. di Göteborg (Svezia) e ribattezzato Halfdan. (Per altra fonte: acquistato dalla Angf. Aktieb. di Gotebörg-Manchester, in gestione a Kof Dalman di Göteborg).
1918-1919
Acquistato dalla H. Uner Akteb, Rob Göhle Man.
1925
Acquistato da F. G. Reinhold di Danzica e ribattezzato F. G. Reinhold.
12 ottobre 1926
Il F. G. Reinhold, in navigazione sul fiume Elba, sperona accidentalmente il piroscafo danese Halland nei pressi di Brunsbüttel, provocandogli una falla nello scafo.
Dicembre 1928
Acquistato per 6750 lire (dell’epoca) dall’armatore genovese Giuseppe Messina Tabuso e ribattezzato Sturla.
1931
Donato da Giuseppe Messina Tabuso ai figli (dei quali il maggiore, Ignazio, diviene unico socio accomandatario della nuova società), lo Sturla va a formare, insieme ai piroscafi OretoLido e Foce (tutte navi piccole e vecchie, ma solide), il nucleo originario della flotta della compagnia Ignazio Messina & C, che andrà poi accrescendosi notevolmente negli anni a venire.
Insieme ai piroscafi Multedo, Force e Borzoli, lo Sturla viene impiegato dall’armatore Messina sulla linea tra Italia e Libia, cioè  Livorno-Napoli-Messina-Catania-Malta-Tripoli-Homs-Sliten-Misurata-Sirte-Bengasi, con deviazioni per Sfax, Susa e Tunisi.
10 giugno 1940
L’Italia entra nella seconda guerra mondiale. Lo Sturla non verrà mai requisito dalla Regia Marina, né iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.
5 novembre 1940
Lo Sturla, insieme ai piroscafi Nirvo ed Irma Calzi, salpa da Palermo per Tripoli alle 5, con la scorta della torpediniera Castore. Li accompagna anche il rimorchiatore Polifemo.
8 novembre 1940
Il convoglio arriva a Tripoli alle 14.30 (o 11.30).
25 novembre 1940
Lo Sturla e la pirocisterna Marangona lasciano Tripoli alle 18 diretti a Bengasi, con la scorta della torpediniera Giuseppe Sirtori.
28 novembre 1940
Il convoglietto giunge a Bengasi alle 10. Alle 20.30 lo Sturla ne riparte in convoglio con i piroscafi Marocchino ed Ezilda Croce, sempre scortati dalla Sirtori.
30 novembre 1940
Separatosi dalle altre navi, lo Sturla giunge a Derna; Marocchino ed Ezilda Croce, invece, raggiungono rispettivamente Ain-el-Gazala e Tobruk.
3 dicembre 1940
Lascia Derna alle 14 per rientrare a Bengasi.
5 dicembre 1940
Raggiunto dalla Sirtori, uscita da Bengasi, lo Sturla vi giunge alle 15.
13 dicembre 1940
Lo Sturla ed il piroscafo Costantina, scortati dalla torpediniera Antonio Mosto, salpano da Bengasi alla volta di Tobruk, alle 17.
15 dicembre 1940
Le navi arrivano a Tobruk alle 16.
22 dicembre 1940
Lo Sturla, il Costantina ed un terzo piroscafo, il Prospero, lasciano Tobruk alle 18 per tornare a Tripoli. Li scorta la Mosto.
Il convoglio deve tuttavia rientrare a Tobruk.
2 gennaio 1941
Il convoglio riparte da Tobruk per Tripoli, senza il Costantina.
7 gennaio 1941
Il convoglio giunge a Tripoli alle 10.
27 febbraio 1941
Lo Sturla ed il piccolo piroscafo Bombardiere lasciano Tripoli alle 4.30, diretti l’uno a Sfax e l’altro a Palermo. Li scortano varie unità, poi le due navi si dividono.
2 marzo 1941
Lo Sturla giunge a Sfax alle 10.

Lo Sturla sotto il precedente nome di Halfdan (da www.marina-mercantile-italiana.net, via Bruno Enos Ruocco)

L'affondamento

La sera dell'8 giugno 1941 lo Sturla, al comando del padrone marittimo Vincenzo Filipazzo, si trovava in navigazione nel Golfo di Policastro, quando venne avvistato dal sommergibile britannico Clyde (capitano di fregata David Caldicott Ingram). Il Clyde era giunto da pochissimo in Mediterraneo: nel primo anno e mezzo di guerra aveva operato inizialmente nelle acque dell'Africa Occidentale, con base a Freetown, e poi nel Mare del Nord, con base in Scozia. Trasferito a Gibilterra, vi era giunto dal Regno Unito il 24 maggio 1941, e quattro giorni dopo ne era partito per la sua prima missione in Mediterraneo, un pattugliamento nel Mar Tirreno. Il 1° giugno aveva colto il suo primo successo, affondando il piroscafo San Marco al largo di Capo Carbonara in Sardegna; lo stesso giorno aveva attaccato senza successo un altro piroscafo italiano, l'Assunta De Gregori, mentre il giorno seguente aveva attaccato parimenti senza successo un piccolo convoglio composto dalla motonave Verdi e dall'incrociatore ausiliario Caralis.
Giunto nel Basso Tirreno, nelle prime ore dell'8 giugno il Clyde aveva attaccato ancora infruttuosamente una nave identificata come un cacciatorpediniere classe Oriani; il resto della giornata era trascorso senza eventi di rilievo finché alle 17.35 il sommergibile aveva avvistato in posizione 39°54' N e 15°35' E (al largo di Capo Scalea) lo Sturla in avvicinamento.
Sulla dinamica dell'attacco vi è qualche incongruenza tra le fonti italiane e quelle britanniche. Secondo il volume "Navi mercantili perdute" dell'Ufficio Storico della Marina Militare, il Clyde lanciò dapprima un siluro contro lo Sturla, che però riuscì ad evitarlo; poi aprì il fuoco col proprio cannone. Il giornale di bordo del Clyde, viceversa, non fa menzione di lanci di siluri, affermando che il sommergibile emerse alle 18.30 (le fonti italiane parlano delle 19 circa) in posizione 39°54' N e 15°35' E ed aprì subito il fuoco con il cannone. Colpito più volte ed abbandonato dall'equipaggio, lo Sturla fu ben presto in fiamme ed affondò di poppa verso le otto di sera, a cinque miglia da Maratea. Il Clyde tornò poi ad immergersi, allontanandosi verso sudovest.

Dei 15 membri dell'equipaggio dello Sturla, solo cinque si salvarono, uno dei quali ferito: i marinai Giuseppe Catania e Salvatore Tosto ed i fuochisti Alfieri Zolesi, Francesco Salimbene e Salvatore Musolino. Gli altri dieci scomparvero in mare od affondarono con la nave, annegati od uccisi dal tiro del Clyde.
Due giorni dopo l'affondamento, il mare gettò sulle spiagge del Golfo di Policastro i corpi del comandante Filipazzo e del marinaio Giovanni Greco; quello del direttore di macchina Raffaele Borriello venne recuperato al largo di Cetraro due settimane più tardi, il 24 giugno. Due giorni prima era stato rinvenuto nelle acque di Belvedere Marittimo un altro cadavere, mutilato ed irriconoscibile, così come erano risultati irriconoscibili alcuni resti umani ripescati al largo di Scario già il 9 giugno. 

Le vittime:

Raffaele Borriello, direttore di macchina, da Napoli
Giuseppe Colotto, cuoco, da La Spezia
Giuseppe Donato, mozzo, da Messina
Vincenzo Filipazzo, comandante, da Trapani
Pietro Gioia, primo ufficiale, da Palermo
Giovanni Greco, marinaio, da Reggio Calabria
Santo Modica, marinaio, da Siracusa
Francesco Ottochian, primo ufficiale di macchina, da Trieste
Giovanni Polimeni, mozzo, da Reggio Calabria
Domenico Zanghì, fuochista, da Messina


Verbale di scomparizione in mare redatto dalla Capitaneria di Porto di Pizzo (g.c. Michele Strazzeri)



L'affondamento dello Sturla nel giornale di bordo del Clyde (da Uboat.net):
 
"1635 hours - In position 39°54'N, 15°32'E sighted a ship off Cape Scalea coming towards.
1730 hours - Surfaced in position 39°54'N, 15°35'E and attacked the merchant vessel with gunfire. The crew soon abandoned ship and after a while the ship was on fire and sank by the stern. Clyde then dived and cleared the area to the south-west."

Lo stesso disegno, a colori (Società Ignazio Messina, via Rosario Sessa e www.naviearmatori.net)


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